MC al Passatore

Attraversare la notte che da Firenze porta a Faenza dopo 100 km, scavalcando l’Appennino, non è impresa da tutti. E anche pensare questo mesi prima, mettersi comunque in gioco, prepararsi tra dubbi e fatiche, è parte di questa impresa.

Erano quattro gli atleti MC pronti per questa avventura sabato pomeriggio a Firenze, un pomeriggio afoso, carico di un’aria calda che avvolge le cose, gli oltre 2000 partenti e la carovana degli assistenti. Luca Aquilani, Massimo Aquilani, Alessio Comanducci e Roberto Mari sono tra quelli che hanno immaginato questa lunga giornata mesi fa, Marco Milli, Sauro Manfucci, Luciano Aquilani, Franca, Sergio Migliarotti e Asia Aquilani gli angeli custodi che li hanno scortati ed incitati.

La 100 km ha preso il via alle 15, il tracciato ripercorre il tragitto reso famoso dalla popolare figura del folklore romagnolo e termina a Faenza, in Piazza del Popolo dopo aver attraversato l’ appennino tosco-romagnolo.
Molti i dislivelli lungo il percorso, il punto più alto viene toccato dai podisti al Passo della Colla di Casaglia, 913 metri di altitudine posti all’ incirca a metà, dopo aver attraversato i centri di Fiesole, Borgo San Lorenzo, Casaglia, Marradi, San Cassiano e Brisighella.

Roberto Mari nonostante una buona preparazione paga una fastidiosa allergia ed è costretto a fermarsi intorno al 30° km, Alessio Comanducci si batte come un leone, scava tutto quello che può e arriva al km 77. Siamo certi che i due ragazzi ci riproveranno, la strada offre sempre motivi di riscatto, a volte toglie, ma alla fine è sempre di più quello che ti lascia.
Massimo Aquilani conclude la sua ennesima prestazione al Passatore in 17h e 13′, atleta determinato e regolare, una certezza quando i km crescono e danno le vertigini, presenza fissa ad esempio alla Strasimeno sul giro completo, Massimo trova la sua dimensione in queste epiche competizioni.

Torna sulle strade del brigante romagnolo dopo cinque anni anche Luca Aquilani, nel 2011 chiuse in 10h e 54′, questa volta vuol provare a scendere sotto le dieci ore, e dopo averci tenuti incollati a wapp o al telefono con Marco Milli che lo seguiva passo dopo passo, finalmente a mezzanotte e tre quarti arriva la notizia dell’arrivo: 9 h e 45′.
Dopo i primi 60 km corsi abbastanza bene da Luca arriva un po’ di inevitabile stanchezza, anche psicologica, una zavorra forse più pesante di quella fisica, una partita a scacchi con le proprie inquietudini o preoccupazioni, ci vogliono gambe e cuori forti, ma Luca ha tutto questo e lo sa. E non molla nel momento più brutto, quando dal 70° all’ 80° km obbliga il proprio corpo, nella sua totalità, a non cedere, anzi gli chiede altra sofferenza, e scambiando due battute al telefono con Massimiliano Falleri (Vera autorità in materia) capisce che è la strada giusta, “molti acciacchi, da ovunque provengano, si risolvono correndo”.
Lascia così alle spalle timori e dolori, le sirene seducenti della sosta e le trappole della paura, trasporta i muscoli come palle di forzati, torna sulla cadenza di un passo che sembrava perduto e rimonta posizioni su posizioni, fino a chiudere 67° assoluto davanti agli occhi emozionati della figlia Asia, della mamma Franca e del padre Luciano.

Roberto Leonardi

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